Il gruppo PMA della SIdR ha voluto contribuire alla discussione della legge n.40/2004 sulla PMA in modo non ideologico, ma scientifico.
I dati qui pubblicati possono essere in futuro spunto per l'apertura di riflessioni su vari temi, quali per esempio:
- la significativa diminuzione dei farmaci utilizzati, con conseguente diminuzione del numero degli ovociti, degli embrioni ottenuti ed uguale numero di iperstimolazioni gravi.
- la diminuzione dei risultati in tutte le fasce di età (nel centro di Milano il 32% delle pazienti giovani ha però richiesto di non fertilizzare più di due ovociti, per il timore di dovere successivamente trasferire un numero eccessivo di embrioni)
- l'impatto sui risultati del futuro mancato trasferimento di embrioni congelati (nel breve periodo considerato dal lavoro, con non ancora tutti gli embrioni trasferiti, il tasso di gravidanza con embrioni congelati è stato del 34%).
Si ringraziano i Responsabili dei Centri che , con sollecitudine, hanno messo a disposizione i loro risultati : Dott. Allegra (Palermo I), Dott.ssa Anserini (Genova), Dott. Causio (Bari), Dott.ssa Ferraretti (Bologna), Dott. Palermo (Palermo II), Dott. Ragni (Milano), Dott. Ubaldi (Roma).
Elaboratore dei dati statistici: dott. Edgardo Somigliana
Introduzione
La nuova normativa in materia di procreazione medico-assistita (legge 40/2004 del 10.03.2004) ha stabilito che non è consentito fertilizzare più di tre ovociti per ciclo di fecondazione in vitro. Tale normativa vieta inoltre il congelamento degli embrioni pur consentendo il congelamento degli ovociti. E' stato postulato che queste limitazioni dovrebbero comportare una riduzione rilevante della probabilità di successo della tecnica. Tuttavia, al momento, non sono ancora disponibili dati che avvalorino questa tesi e che stabiliscano con precisione l'entità di questa riduzione. Al fine di valutare l'impatto della nuova normativa sulla probabilità di ottenere una gravidanza, si è deciso di organizzare uno studio multicentrico sui primi 4 mesi di applicazione di tale normativa. Il gruppo di controllo consisteva nei cicli eseguiti negli stessi Centri nello stesso periodo solare l'anno precedente.
Materiali e metodi
I fattori di inclusione dei cicli sono stati i seguenti: 1) cicli di Fecondazione in vitro (FIVET, ICSI, ICSI da MESA-TESE) dopo induzione farmacologia della superovulazione giunti al prelievo ovocitario, 2) cicli eseguiti nel periodo 10.03.2003-10.07.2003 (periodo pre-legge) e nel periodo 10.03.2004-10.07.2004 (periodo post-legge). Sono stati esclusi i cicli eseguiti nei periodi in oggetto se 1) Prelievo ovocitario eseguito su ciclo spontaneo, 2) cicli di trasferimento embrionale utilizzando ovociti o embrioni congelati.
L'outcome primario era la percentuale di gravidanza clinica (visualizzata ecograficamente) per ciclo di prelievo ovocitario e per ciclo di trasferimento embrionale. Le variabili quantitative sono state confrontate mediante un Test t di Student. Le percentuali sono state confrontate applicando un test esatto di Fisher. Le deviazioni standard delle probabilità sono state calcolate applicando un modello di distribuzione binomiale. Sono stati considerati significativi valori di probabilità inferiori a 0.05. La numerosità del campione ottenuto ci consentiva di evidenziare differenze assolute in termini di percentuale di gravidanza per prelievo ovocitario perlomeno superiori al 6%.
Risulatati
Sono stati inclusi un totale di 1861 cicli provenienti da 7 centri
(Tabella I). Le caratteristiche basali dei due gruppi sono risultate
simili. In particolare, non sono state riscontrate significative differenze
per quanto riguarda l’età, la durata dell’infertilità,
l’indice di massa corporea, la percentuale di pazienti che si
erano sottoposte a cicli in precedenza e la percentuale di donne che
avevano avuto precedenti gravidanze. Al contrario, si è assistito
nel periodo post-legge ad una significativa riduzione della dose di
farmaci di induzione dell’ovulazione utilizzata, del numero
di ovociti recuperati, del numero di ovociti utilizzati, del numero
di embrioni ottenuti e del numero di embrioni trasferiti. La percentuale
di gravidanza clinica per ciclo di prelievo ovocitaria nei periodi
pre e post legge è stata del 27.0% e del 24.2%, rispettivamente
(p=0.18) (Figura 1). La percentuale di gravidanza clinica per ciclo
di trasferimento embrionale negli stessi periodi è stata del
30.5% e del 27.2%, rispettivamente (p=0.14) (Figura 1). Questa riduzione
è risultata simile in tutte le classi d’età. In
nessuno dei 7 Centri coinvolti è stata osservata una riduzione
della probabilità di successo statisticamente significativa.
La percentuale di casi di iperstimolazione ovarica è risultata
del tutto simile nei due periodi di studio.
Tabella
I. Centri partecipanti e numero dei cicli |
|
Centro |
N.
Cicli prelievo ovocitario |
Totale
(%) |
Pre-Legge |
Post-Legge |
|
Bari |
83 |
93 |
176
(9.5) |
Bologna |
179 |
156 |
335
(18.0) |
Genova |
61 |
60 |
121
(6.5) |
Milano |
241 |
242 |
483
(26.0) |
Palermo
I |
113 |
110 |
223
(12.0) |
Palermo
II |
44 |
49 |
93
(5.0) |
Roma |
240 |
190 |
430
(23.0) |
|
Totale |
961 |
900 |
1861
(100.0) |
|
I
dati ottenuti in questo studio non consentono di valutare con precisione
l’impatto del divieto di congelamento degli embrioni in quanto
non tutti i Centri eseguivano il congelamento degli embrioni prima
dell’introduzione della normativa e non tutti i Centri eseguono
il congelamento degli ovociti dopo l’applicazione della stessa.
Tuttavia, è possibile fare un confronto della probabilità
di successo delle due tecniche di congelamento. In particolare, nei
due periodi di studio considerati, sono stati eseguiti in totale 205
congelamenti di embrioni e 126 congelamenti di ovociti. Gli embrioni
congelati sono stati successivamente utilizzati in 114 pazienti e
sono state ottenute 39 gravidanze. Gli ovociti congelati sono stati
utilizzati in 32 donne e sono state ottenute 5 gravidanze. Le percentuali
di gravidanze per utilizzo di materiale congelato è risultata
significativamente più elevata utilizzando embrioni congelati
(34.2% versus 15.6%, p=0.05).
Discussione
I dati sui primi 4 mesi di applicazione della legge 40/2004 non sembrano
confermare l’ipotesi che limitare a tre il numero di ovociti
fertilizzabili riduca in modo drammatico la probabilità di
successo delle tecniche di fecondazione in vitro a fresco. Specificatamente,
questi dati consentono di concludere che la riduzione della percentuale
di successo associata a l’introduzione di questa restrizione
è inferiore al 6% in termini assoluti (22% in termini relativi).
Questi risultati vanno tuttavia interpretati con attenzione e non
possono essere utilizzati per concludere che la nuova normativa non
influisce sulla probabilità di ottenere una gravidanza. In
primo luogo, occorre infatti sottolineare che la numerosità
del nostro campione ci consentiva di evidenziare come statisticamente
significative solo differenze superiori al 6%. Differenze inferiori
a questo limite, seppur apparentemente di scarsa rilevanza, possono
avere invece un impatto importante a livello di Salute Pubblica. Per
esempio, il nostro studio ha documentato una riduzione della probabilità
di gravidanza del 3%. Se confermata, una riduzione della probabilità
di successo del 3% equivale in realtà ad una riduzione del
numero di gravidanze di circa il 10% (ridurre la percentuale di successo
dal 30% al 27% significa ottenere 9 gravidanze anziché 10).
In altre parole, se per esempio ipotizziamo che nascano in Italia
3000 bambini all’anno con tecniche di fertilizzazione in vitro,
l’introduzione di questa normativa porterebbe alla nascita di
2700 bimbi (300 in meno). In secondo luogo, la legge 40/2004 vieta
il congelamento degli embrioni. Pertanto, nel computo globale dell’impatto
di questa normativa occorre anche tenere conto del fatto che una paziente
che otteneva un numero elevato di embrioni poteva sottoporsi nei mesi
successivi ad uno o più cicli di trasferimento embrionale senza
esporsi nuovamente alla stimolazione farmacologia e al prelievo ovocitario.
Attualmente, questa opportunità è consentita solo utilizzando
ovociti congelati. Al momento, le evidenze scientifiche disponibili
suggeriscono tuttavia che l’impiego degli ovociti congelati
abbia una resa significativamente minore in termini di probabilità
di gravidanza rispetto al congelamento degli embrioni. Tale conclusione
è anche supportata dai risultati osservati nel nostro studio.
Infatti, la percentuale di gravidanze per utilizzo di materiale congelato
è risultata significativamente più elevata utilizzando
embrioni congelati anziché ovociti congelati (34.2% e 15.6%
rispettivamente, p=0.05).
In conclusione, questo studio ha dimostrato che limitare a tre il
numero di ovociti fertilizzabili riduce le probabilità di gravidanza
di meno del 6%. Sono ora necessari ulteriori ampi studi per determinare
precisamente la percentuale di questa riduzione al fine di meglio
chiarire l’impatto a livello di Salute Pubblica della Legge
40/2004. Inoltre, gli sforzi in questo ambito devono anche mirare
ad eseguire una valutazione globale dell’impatto della normativa
tenendo in considerazione anche la limitazione dovuta all’impossibilità
di congelare gli embrioni.
FIGURA 1: Percentuale di gravidanza (PR) per ciclo di prelievo ovocitario
e per ciclo di trasferimento embrionale. Le gravidanze ottenute utilizzando
embrioni e/o ovociti congelati non sono state incluse. La differenza
non è risultata statisticamente significativa (p=0.18 e p=0.14). Le
percentuali nel periodo antecedente e successivo all'introduzione
della legge 40/2004 sono rappresentati in nero ed in bianco, rispettivamente.
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